Glenn Gould, una vita fuori tempo

Pubblicato il 3 marzo 2025 alle ore 14:14

Glenn Gould non suonava il pianoforte. Lo abitava. Ogni nota, ogni pausa, ogni respiro della sua musica erano il frutto di un’intimità profonda, quasi viscerale, con lo strumento. Gould non era solo un pianista: era un visionario, un ribelle, un uomo fuori dal tempo. E forse è proprio per questo che la sua musica continua a risuonare così necessaria.

Immaginatelo: un giovane canadese, nato nel 1932 a Toronto, che fin da bambino vive con il suo pianoforte. Da grande, ha un modo di suonare tutto suo, seduto su una sedia troppo bassa, con il busto curvo sui tasti e le mani che sfiorano la tastiera con un tocco leggerissimo. E poi c’è quella sua abitudine stravagante: canticchiare mentre suona.

Poco ma sicuro, Gould non è fatto per il mondo del concertismo. A trentuno anni, nel pieno della fama, prende una decisione radicale: mai più concerti dal vivo. Scandalo. Follia. Ma lui ne è convinto: "il futuro della musica è nella registrazione". E così si chiude in studio, trasformando il processo di incisione in un'operazione chirurgica di manipolazione dei suoni. Oggi lo diamo per scontato, ma lui fu un pioniere, un precursore del nostro modo moderno di ascoltare la musica.

Ma Gould non è solo un musicista. È un’anima in fuga dal mondo. Indossa guanti anche d’estate, teme i germi, rifugge il contatto umano. Preferisce le lettere alle conversazioni, il silenzio al rumore della società. Il suo rifugio è la musica, il suo dialogo più autentico avviene con Bach, con Beethoven, con i suoni che lui solo sa sentire.

Come ogni grande artista, se ne è andato troppo presto, nel 1982, a soli cinquant’anni, e sulla sua lapide sono incise le prime battute delle "Variazioni Goldberg" di J.S. Bach. Ma la sua voce non si è mai spenta. Glenn Gould non apparteneva a nessun tempo. Forse per questo la sua musica continua a parlare a ogni generazione, come se fosse stata incisa ieri, o magari domani.

 

"Glenn Gould – Una vita fuori tempo" di Sandrine Revel, edizione Bao Publishing, è una di quelle opere che ti catturano prima ancora di capire come. Non è una semplice biografia a fumetti, ma un viaggio intimo nella mente e nell'anima di un artista fuori dal tempo. Le illustrazioni, delicate e avvolgenti, sembrano suonare una loro musica silenziosa, raccontando le ossessioni, le manie e la genialità di Gould senza bisogno di troppe parole.

Revel riesce a far emergere il contrasto tra il mondo esterno e quello interiore di Gould: da un lato, un uomo schivo, solitario, quasi distante; dall’altro, un pianista capace di rendere vive le note con un’intensità irripetibile. La narrazione è fluida, quasi cinematografica, con passaggi che sembrano dissolversi come ricordi o frammenti musicali.

Forse non tutto è perfetto: a tratti il ritmo narrativo si perde tra dettagli più enciclopedici, e chi non conosce già Gould potrebbe sentirsi un po' spaesato. Ma se ami la sua musica, o se semplicemente sei affascinato dalle menti fuori dagli schemi, questo libro è un piccolo gioiello che vale la pena sfogliare. Un modo diverso, visivo e sensoriale, per avvicinarsi a uno dei più grandi interpreti di Bach.

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