"La musica, unica fra le arti, è al tempo stesso completamente astratta e profondamente emozionante. Non ha il potere di rappresentare nulla in particolare nè alcun oggetto esterno, ma ha la capacità esclusiva di esprimere sentimenti o stati interiori. La musica può penetrarti il cuore direttamente: non ha bisogno di mediazione."

Con "Musicofilia" Sacks riesce a intrecciare neuroscienze e storie personali: mi ha colpito tantissimo la storia di un paziente che, dopo un danno cerebrale, inizia a sentire e a comporre musica in modi che non aveva mai sperimentato prima. È incredibile come il cervello, quando si trova davanti a un cambiamento drastico, possa rispondere in maniera così sorprendente. E questo libro è pieno di storie del genere! C’è anche un capitolo in cui racconta di persone che, pur non avendo alcuna formazione musicale, sviluppano un’abilità improvvisa e straordinaria per la musica, come se il cervello si fosse "risvegliato" a un linguaggio che aveva sempre avuto dentro.
Una delle curiosità che più mi ha affascinato riguarda il caso di un paziente con il morbo di Parkinson che riesce a camminare più facilmente quando ascolta musica. Nonostante il suo corpo si rifiuti di obbedire ai comandi del cervello, la musica sembra "riaccendere" una connessione che gli permette di muoversi. È come se la musica fosse la chiave per sbloccare porte che la medicina tradizionale non riesce ad aprire.
E poi c'è la questione della "musicalità nascosta". Sacks esplora quanto la musica sia radicata in ognuno di noi, anche se non siamo musicisti. Mi ha fatto riflettere su come la musica possa diventare una parte così intima e potente della nostra vita, come un riflesso dei nostri stati interiori. E questo mi ha portata a un altro pensiero: la musica è davvero un linguaggio universale?
Da un lato, è vero che la musica è una lingua che attraversa ogni cultura e ogni epoca. Non importa chi siamo o da dove veniamo: possiamo tutti riconoscere la forza di una melodia che ci tocca, che ci fa sentire meno soli, che ci permette di esprimere ciò che non possiamo dire con le parole. La musica ha la capacità di unire persone, di abbattere le barriere linguistiche e culturali, proprio come una lingua universale, come qualcosa che ci appartiene da sempre.
Ma, d’altro canto, la musica è anche incredibilmente personale e unica. Ogni individuo ha una risposta diversa alla stessa melodia. Cosa succede in me quando ascolto un determinato pezzo musicale dipende da esperienze, emozioni, ricordi e stati d'animo che sono miei e miei soltanto. La musica non è solo qualcosa che ascoltiamo, è qualcosa che percepiamo, e quella sensazione è profondamente influenzata dal nostro vissuto. E sapete cosa? Non esiste una reazione giusta o sbagliata; la musica diventa un'esperienza irripetibile per ognuno di noi. Nel suo libro, Sacks esplora proprio questo dualismo: la musica è, in un certo senso, qualcosa di "universale", ma allo stesso tempo è inaccessibile in modo universale.
Forse, proprio in questo misto di universalità e intimità, risiede la vera magia della musica. È qualcosa che appartiene a tutti, ma che, allo stesso tempo, riesce sempre a trovare una forma personale e unica in ciascuno di noi.
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