Qui niente mezze misure: se un libro ci ha stregati, ve lo diremo senza riserve; se ci ha annoiati, pure. Questo è il nostro spazio di confidenze libresche, dove raccontiamo cosa stiamo leggendo con tutta la sincerità del caso. Aspettatevi entusiasmi incontenibili, delusioni cocenti e qualche battibecco su chi ha ragione, perché sì, a volte i gusti non coincidono, e va bene così. Lettori curiosi, amanti delle opinioni schiette, fatevi avanti: qui si parla di libri con il cuore in mano e senza peli sulla lingua!


Il medico di corte, un esempio perfetto di giornalismo

Ammettiamolo: della storia della Danimarca non sapevo niente. Se a “Chi vuol essere milionario” mi avessero chiesto chi fosse Cristiano VII, probabilmente sarei tornata a casa con le pive nel sacco. Poi ho letto Il medico di corte di Per Olov Enquist e improvvisamente mi sono ritrovata catapultata in un dramma politico settecentesco, con un re pazzo, un medico troppo intelligente per il suo bene e una corte che sembra uscita da un manuale su come NON governare un paese.

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Il lavatoio, l'acqua che non cancella il passato

“Anch’io sono stata condannata all’ergastolo. In una cloaca di dolore putrido, di amnesia forzata, di confusa rimozione che ha finito per prosciugarsi, discretamente nauseabonda. Ma dopo trent’anni passati in questo sarcofago perfetto, la crosta prude, la piaga riparla. Trasuda un qualcosa che va lavato con acqua abbondante.Andrò quindi al lavatoio, dove la memoria si sfrega contro il granito rugoso, dove la lingua si risciacqua nel torrente che schiuma come un sapone di inchiostro, dove la finzione si fa candeggina.”

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