Ninfee nere, passato, presente e mistero

Pubblicato il 3 marzo 2025 alle ore 14:12

"Tre donne vivevano in un paesino. La prima era cattiva, la seconda bugiarda e la terza egoista. Il paese aveva un grazioso nome da giardino: Giverny. La prima abitava in un grande mulino in riva a un ruscello, sul chemin du Roy; la seconda in una mansarda sopra la scuola, in rue Blanch-Hoschedé-Monet; la terza con la madre in una casetta di rue du Château-d'Eau dai muri scrostati. Neanche avevano la stessa età. Proprio per niente. La prima aveva più di ottant'anni ed era vedova. La seconda ne aveva trentasei e non aveva mai tradito il marito. Per il momento. La terza stava per compierne undici e tutti i ragazzi della scuola erano innamorati di lei. La prima si vestiva sempre di nero, la seconda si truccava per l'amante, la terza si faceva le trecce perchè svolazzassero al vento."

Ninfee nere è stato il primo libro di Bussi che ho letto e, francamente, è stato come scoprire una fonte di adrenalina formato carta. L’ho divorato in un batter d’occhio, perché quando un libro ti prende così tanto, il tempo sparisce, e ti ritrovi a pensare: "Davvero sono le tre di notte???". Già l'incipit per me è una vera bomba! Non so, ma mi ha catapultata subito nel cuore della storia, senza troppi preamboli, facendomi sentire come se vivessi da sempre a Giverny.

I personaggi, poi, sono un mix perfetto di mistero e complessità. La protagonista è uno di quei personaggi che ti fanno dire “ah, questa sì che sa come risolvere un mistero”, ma al tempo stesso è una donna che deve fare i conti con i propri demoni. E, ammettiamolo, chi non ama un personaggio che ha più strati di una cipolla? E non solo, tutti i personaggi che si muovono attorno a lei sono così ben caratterizzati che sembra di vivere in una realtà parallela, dove ognuno ha il suo piccolo scheletro nascosto nell'armadio. Insomma, andando avanti nella lettura, Bussi ti fa diventare sospettoso di chiunque.

Poi, il finale… Ah, il finale! Tranquilli, niente spoiler! Vi dico solo che è uno di quei colpi di scena che ti fa venire il dubbio di aver letto un altro libro senza accorgertene. Un vero "bam!" che ti fa rimanere a bocca aperta, con il sospetto che l'autore stia ridendo sotto i baffi mentre ti osserva mentre cerchi di rimettere insieme i pezzi del puzzle.

Capite bene che, dopo aver letto un libro del genere, mi è venuta voglia di leggere TUTTI i libri di Bussi (ahimè, divento un po' ossessiva). Quindi ho pensato bene di proseguire con Tempo assassino. E qui è stato un bel NO. Immaginate di andare a un concerto dove la vostra band del cuore ritorna alla ribalta dopo un sacco di tempo, avete comprato i biglietti un anno in anticipo e poi, ascoltando i primi 5 minuti del concerto pensate "ma sul serio mi piaceva questa roba???" . Ecco, mi sono sentita così. Peccato.

Lo sanno tutti, un bel gioco dura poco. Eppure me ne dimentico sempre.

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